a cura di Lucia Destino
Titolo: Elogio della disobbedienza civile – Nuova edizione
Autore: Goffredo Fofi
Genere: Saggistica
Editore: Nottetempo
Anno: 2022
“Oggi più che mai occorre dimostrare nei fatti, non con le parole, pur sempre consolatrici, la nostra estrema impazienza.”
Goffredo Fofi con questo libro ci offre un vademecum sulla disobbedienza civile: ripercorre mezzo secolo della nostra storia, disegnando una mappa fondamentale per chi, attualmente, abbia voglia – o bisogno – di resistere.
Partendo dalla storia della disobbedienza, Fofi – come anticipato dal titolo della sua opera – formula un vero e proprio elogio della disobbedienza civile, sottolineando quanto sia importante capire il momento in cui è fondamentale smettere di obbedire non solo alle leggi ritenute ingiuste, ma anche alle abitudini e alle convinzioni vigenti.
Non sempre la disobbedienza è civile: non lo è quando è arrogante.
Parte da qui un’importante polemica dell’autore sulla cultura che nell’ultimo trentennio si è prestata a divenire una sorta di “merce di distrazione di massa”.
“La cultura, anche quella che si vuole migliore, persino elitaria, è ridotta a merce, a intrattenimento e a mero consumo, serve a distrarre invece che a stimolare la riflessione individuale e a destare il senso di responsabilità che ciascuno dovrebbe sentire.”
Il compito dei disobbedienti – che siano o no intellettuali – dovrebbe essere, per Fofi, inquietare, o almeno disturbare.
Solo in questo modo la disobbedienza è davvero civile: quando contrasta, mette in dubbio, crea parole e luoghi in cui il potere non possa mettere radici e proliferare.
Per caso ho letto questo libro proprio in questi giorni, nella settimana del 25 Aprile.
Ora più che mai questo testo è prezioso, direi essenziale.
Perché non esiste parola più bella di “resistenza”, perché onora il passato che ci ha reso liberi e ci insegna che c’è sempre una via d’uscita e che la scelta più facile non è sempre quella giusta.
“Semplicemente, ciò da cui possiamo e dobbiamo ripartire ogni volta, dopo ogni sconfitta, è la convinzione che non si deve accettare il mondo com’è.
Quale che sia l’esito della nostra azione, non si può accettare che domini il male, non si possono accettare l’ingiustizia, la sopraffazione, la violenza.”
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