a cura di Lucia Destino
Titolo: La ragazza blu
Autrice: Kim Michele Richarson
Traduttrice: Sara Puggioni
Genere: Narrativa
Editore: Libreria Pienogiorno
Anno: 2022
Non si giudica un libro dalla copertina.
Questo volume ce lo ricorda pagina dopo pagina perché, ahinoi, è dotato di una delle peggiori copertine presenti della mia libreria e guardandola non riesco a fare a meno di pensare al logo di “Occhi del cuore” dell’iconica serie “Boris”.
Invece, a dispetto dell’inspiegabile scelta editoriale della copertina, questo è un libro scritto veramente bene, interessante e dagli innumerevoli spunti storici.
Non ricordo come ne sono venuta a conoscenza, ma mentre qui da noi non è particolarmente noto, oltre oceano ha avuto molto successo, diventando un bestseller e vincendo ben 26 premi letterari negli Stati Uniti.
Siamo nel Kentucky negli anni ’30 del XX secolo e Cussy Mary Carter – detta Bluette – è una 19enne orgogliosa e determinata.
Cussy Mary è anche nota come “donna dei libri” in quanto ha aderito al progetto di Eleanor Roosevelt “Park Horse” per la diffusione della cultura: Cussy e le sue colleghe sono una sorta di bibliotecarie itineranti e si occupano di portare libri e giornali nelle zone rurali più remote.
Il progetto, realmente esistito, rappresentava forse l’unica occasione di apprendimento e cultura in un contesto pregno di sopraffazione e in cui la priorità era necessariamente la lotta per la sopravvivenza.
La vita di Cussy Mary si svolge quindi tra il suo lavoro, l’anziano padre che lavora in una miniera di carbone, i tentativi di quest’ultimo di trovarle un marito e i problemi dati dal colore della sua pelle.
La ragazza ha infatti una carnagione azzurro cielo per la quale viene discriminata, come gli altri membri della sua famiglia con le stesse caratteristiche.
Così come il progetto “Park Horse” anche la carnagione di Bluette è reale: si tratta di metemoglobinemia, un’alterazione genetica che ha portato il “popolo blu del Kentucky” a subire discriminazioni e di conseguenza un importante isolamento sociale.
L’intero romanzo segue la strada di Cussy Mary verso l’autodeterminazione in un contesto decisamente sfavorevole per chiunque sia percepito come “diverso”.
Ci troviamo nel mezzo della Grande Depressione in un territorio devastato dalla povertà e dalla fame, le ingiustizie sociali sono all’ordine del giorno, ma questa è anche e soprattutto una storia di resistenza.
Sono i libri e la cultura il motore del cambiamento, ciò che dà avvio ad un cambio di rotta sia nelle vite dei singoli sia nella piccola comunità di Troblesome Creek.
Richarson tratta molteplici temi storici e sociali con accuratezza, è evidente una scrupolosa ricerca sottostante e diversi sono gli spunti di riflessione che ci regala.
I personaggi sono caratterizzati benissimo, le loro evoluzioni sono coerenti psicologicamente e le scene descritte così bene da evocarle come fosse un film che, spero, venga in mente a qualcuno di realizzare.
Un libro per chi ama i libri, che parla di chi li ha amati e del loro potere salvifico.
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