L’equilibrismo della memoria

L'equilibrismo della memoria

Il progetto della biblioteca pubblica arcivescovile “A. De Leo”, “L’equilibrismo della memoria”, presentato il 4 novembre 2022 a Brindisi con il sostegno della relazione tenuta dal prof. Daniele De Luca, docente di Storia delle Relazioni Internazionali dell’Università del Salento, dal titolo “Marcia su Roma: memoria di un fallimento annunciato”, è stato finanziato dalla Regione Puglia – Sezione Tutela e Valorizzazione dei Patrimoni Culturali in collaborazione con il Teatro Pubblico Pugliese Consorzio Regionale per le Arti e la Cultura all’interno della Legge Regionale n. 10/2020 “Promozione e sostegno alle attività di valorizzazione dei luoghi della memoria del novecento e degli archivi storici della Puglia”. Venerdì 20 gennaio 2023 il prof. Antonio Bonatesta, docente di Storia contemporanea dell’Università di Bari, ha poi fatto il punto delle ricerche nella reazione “L’uso del passato. Storia, memoria e identità collettiva”.

Il progetto ha come obiettivo specifico la sensibilizzazione delle nuove generazione verso l’utilizzo dei mezzi di informazione come “fabbrica del consenso” durante il Ventennio fascista, riflettendo sull’oggi e su come non sia vero che la Storia sia stata costruita dalle menzogne dei vincitori: è in realtà fatta dai ricordi dei sopravvissuti, la maggior parte dei quali non appartiene né alla schiera dei vincitori né a quella dei vinti. Con il patrocinio dell’Istituto Parri e della Fondazione Memoria della Deportazione si è proceduto alla ricostruzione attraverso le carte, le foto e gli oggetti personali riportati dagli stalag, delle vicende dei militari in lacrime, storditi dopo l’8 settembre del 1943, che scelsero di prendere una posizione e dire “no” alla dittatura fascista: paura mista a fedeltà e “onor di Patria” che parlano di un presente in molte parti del mondo non PIU’ ripetibile.

Ancora, vicende come quelle di Gustav Karpfen, Yosef Friedmann, Iakobos e Rita Tauriel, padre e figlia tutti ebrei austriaci denunciati, arrestati a Brindisi e deportati nei campi di internamento chi a Todi, chi a Ferramonti di Tarsia vicino Cosenza chi a Sandbostel. Storie poco conosciute e quando poco si sa troppo si manipola. Gaetano De Vita, Vincenzo Ruggero, Rocco Silvestro, Giuseppe Patrono, Angelo Quitadamo, Oscar Pronat, Roberto Nicoletta, Ambrogio Colombo, Aldo Farinola, Salvatore Ungaro, Antonio Mastrorosa, Mario Sernicola e tanti altri devono poter uscire dall’oblio e raccontare le loro storie attraverso le calligrafie, gli aggettivi, i video, le parole che scavano nel profondo della sensibilità dei ragazzi. Sono state inoltre realizzate ricerche programmate e organizzate negli archivi di Stato di Brindisi, Lecce e Taranto e in quello di Bolzano dove sono custoditi i fondi del CAR (Centro Assistenza Rifugiati) e IMI (Internati Militari Italiani). Da queste ricerche sono venuti fuori nomi e luoghi che insieme alle esistenze ricostruite hanno trovato spazio in una mappa interattiva disponibile sul sito della biblioteca. Tale sistema ha consentito di legare i luoghi ai nomi, alle foto, alle lettere e a spezzoni di interviste audio. Inoltre, sempre sul sito della biblioteca è stata costituita una sezione dal nome “la fabbrica del consenso” dalla quale è possibile visionare gli articoli sulla teoria della razza e sul consenso ritrovati nei giornali e in alcuni testi pubblicati dal 1922 al 1950 e conservati nella Biblioteca De Leo. “In Difesa della razza”, “La Svastica”, “Civiltà Cattolica”, “Osservatore Romano”, “L’Adunata dei Refrattari”, “Azione pugliese”, “Civiltà proletaria”, “Il commercio brindisino”, “La provincia di Lecce”, “Indipendente di Brindisi”, “L’Ordine”, “Il Dovere dell’ora”, “Il Controllo”, “Civiltà fascista”, “Universalità fascista”, “Dottrina fascista” e tanti altri e libri come I protocolli dei Savi anziani di Sion (il più grande falso documentale della storia) per i quali si proporrà ai ragazzi il confronto diretto con le opere plagiate, declinando territorialmente eventi di portata nazionale ed europea. In ultima analisi si state analizzate le delibere dei Podestà nei tre capoluoghi di provincia (Brindisi, Lecce e Taranto) dal 1922 al 1945 riscontrandone eventuali somiglianze o differenze tenendo in mente che Brindisi fu la prima città in un’Italia divisa e in parte occupata che nell’ottobre del 1943 restituì i nomi giudei alle vie e che nel gennaio 1944 tolse la cittadinanza onoraria a Mussolini e Starace.

Il progetto è rivolto soprattutto alle nuove generazioni per stimolare in loro un pensiero critico utilizzando approcci e linguaggi più consoni ai ragazzi e alla diffusione che la tecnologia oggi consente.  Nulla è infatti più efficace della narrazione per catturare l’attenzione, stimolare l’identificazione e attivare un percorso di conoscenza che si trasforma in esperienza attivando un processo di insegnamento/apprendimento. Ma per raccontare è necessario conoscere, dunque ricercare e ripercorrere gli anni attraverso le fonti. E’ questo il percorso che il progetto prevede perché come scriveva Antonio Scalera rientrato in Italia il 10 settembre 1945 dopo essere stato liberato dai canadesi a Gross-Hesepe in Olanda: “Tutto io ricordo e rimembro/rivedo i volti scarni dei compagni,/specchio del mio volto e i miei vent’anni” (Antonio Scalera, Gemiti e germogli 1943-1945, Edizioni Orates, Lecce 1990).


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