Mons. Domenico Guadalupi , nato a Brindisi il 17 settembre 1811 , iniziò i suoi studi nella città natale per poi completarli a Roma, dove conseguì la laurea in utroque iure. Promosso all’ordine del presbiterato il 23 settembre 1837 , venne segnalato dal segretario di Stato di Gregorio XVI all’arcivescovo di Palermo, Carlo Maria Pignatelli, che, nel 1848, lo nominò Soprintendente della Crociata e Primo Uditore a Palermo fino al 1853 , anno della morte del Pignatelli. Il Cardinale nel testamento dichiarò
eleggo e nomino mio erede universale fiduciario di tutta la mia eredità Monsignor Domenico Guadalupi, mio carissimo e dolcissimo amico, senza obbligo d’inventario, e senza dover rendere conto a chicchessia di quello che praticherà, né anco a quelli che sono chiamati nel testamento a causa di legati, vitalizi e ricordi; anzi, se una menoma molestia gli si volesse apportare da qualcuno di essi, s’intenda costui ipso facto decaduto dal vitalizio o ricordo, essendo questa mia volontà non altrimenti .
Chiamato in seguito a Roma e nominato protonotario apostolico ad instar partecipatum e prelato domestico, fu mandato dalla Santa Sede a governare le Delegazioni di Orvieto, Spoleto e Civitavecchia presidiata dai francesi .
A causa di una grave malattia dovette ritirasi a vita privata e fu nominato Consultatore di varie congregazioni e Presidente della Commissione per i Consigli Provinciali .
Nominato vescovo di Lecce fece istanza al pontefice per essere esonerato da tale dignità, ma essendo vacante la sede vescovile di Salerno, per la morte di mons. Antonio Salamone, fu obbligato da Pio IX ad assumere il governo di quella chiesa Primarziale , ottenendo il pallio il 6 maggio 1872 .
Dopo tre gravi colpi di apoplessia, nel marzo e nell’ottobre del 1876 e nel luglio del 1877, morì l’11 maggio 1878 .
Mons. Domenico Guadalupi fu l’artefice delle rapide fortune della famiglia, l’ecclesiastico con i suoi fratelli Tobia, il canonico Giovanni e Francesco, aveva creato un vasto patrimonio fondiario comprendente le masserie di Betlemme, Giancola e Jannuzzo e persino la chiesa di Cristo del Passo . Alla sua morte l’arcivescovo trasmise il possesso dei beni al nipote, figlio del fratello Francesco, Cosimo; questo lo vide però vanificarsi nel 1904 con il fallimento della ditta Tarantini & Co. di cui era socio . I figli Domenico, Lorenzo e Roberto, per far fronte alle spese paterne, nel 1914 ipotecarono il palazzo composto di pianterreno e piano superiore, in tutta la sua consistenza, dipendenza e accessori, confinante da un lato con la via pubblica e dall’altro col palazzo del Lloyd Austriaco, Teodoro Cafiero fu Davide ed albergo Internazionale e dal terzo lato con proprietà De Marzo . Venduto da Roberto Guadalupi ai Sansone di Ostuni, fu acquistato nel 1941 da Corradino Panico-Sarcinella, podestà di Brindisi dal 1934 al 1943 .
Il fondo comprende 3 fascicoli.
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