a cura di Lucia Destino
Titolo: Il cuore non si vede
Autrice: Chiara Valerio
Genere: Narrativa
Editore: Einaudi
Collana: Supercoralli
Anno di Pubblicazione: 2019
Riconoscimenti: Premio Letterario Internazionale Mondello – Sezione Opera Italiana
Dopo una notte costellata da incubi, Andrea – 40enne, professore di greco – si sveglia senza il cuore.
Nessun battito cardiaco scandisce più la sua giornata.
Comprensibilmente sgomento, Andrea cerca una spiegazione a questa sua nuova condizione.
Non è morto, ma può dirsi vivo?
Andrea è il perno intorno al quale ruotano una molteplicità di donne: la moglie Laura, l’amante Carla (con cui il rapporto è in realtà platonico, ma denso di significati), la sorella e Angelica, l’amica di una vita, medico, che cercherà di trovare un senso scientifico a questa storia incredibile.
In questo romanzo, nato dalla sempre raffinatissima penna della Valerio, si scontrano un realismo estremo e un espediente narrativo fantastico.
Come si sopravvive in assenza di organi vitali?
Siamo fatti di legami, di relazioni: le altre persone sono quindi pezzi di noi.
Sono come organi.
E ci mantengono vivi.
“Perché siamo fatti di legami oltre che di tendini, muscoli e ossa.
Di allegrie immotivate, mancanze, ferite, amori imperfetti.”
Questo romanzo, originalissimo, esplora la complessa meccanica delle relazioni umane, riflettendo su quello che ci uccide e sulle persone che invece ci tengono in vita.
Ogni volta che ci leghiamo a qualcuno, qualsiasi sia il tipo di rapporto, viviamo un paradosso: dobbiamo essere disposti alla sottrazione e alla perdita per poter ambire alla sommatoria con un’altra persona.
Non si può controllare il cuore, è un organo involontario.
Come l’amore.
“Le parole sono come il gatto di Schrödinger – di che razza è il gatto? -, che sia vivo o morto dipende dal momento, dunque dall’attenzione di chi guarda.
Così le parole, che dicano una cosa o l’altra, dipendono dall’intenzione di chi ascolta.
Senza considerare che le parole – quelle di tutti, mica solo le sue, mica solo le parole degli ossessionati dalle parole -, le parole nascono e crescono nel vizio della sincerità, averla o non averla.
Esserlo o non esserlo.
Riesserlo, difficilissimo.
Come se dire tutto fosse sempre abbastanza, poveri noi.
Noi due.
Tu e io.”
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