a cura di Lucia Destino
Titolo: Il corpo ricorda – un memoir
Autrice: Lacy M. Johnson
Genere: Narrativa
Editore: NN Editore
Traduttrice: Isabella Zani
Collana: Le fuggitive
Anno di Pubblicazione: 2022
“Comincia tutto così: lui che offre tutto quello che non sapevo di volere, e in cambio chiede tutto quello che ancora non ho imparato a dare.”
Lacy ha solo 22 anni quando viene sequestrata e stuprata.
L’uomo che le ha fatto questo, e che voleva ucciderla, era il suo compagno, il suo insegnante, il suo convivente.
Lo era, finché Lacy non ha deciso di lasciarlo.
Spesso (troppo spesso) sentiamo storie come questa di Lacy – autrice e protagonista di questo memoir – e la narrazione ruota intorno alla decisione della donna di lasciare il suo compagno, come se fosse questo l’evento scatenante, come se tutto partisse da qui, come se fosse una colpa, una responsabilità.
Noi partiremo quindi da un assunto diverso, imprescindibile: tutto parte da un uomo che non accetta di essere stato lasciato.
Il trauma di Lacy è il punto di partenza, ma non il protagonista della sua storia, della sua vita.
L’autrice lo frantuma nel corso del racconto: riemerge tra i flashback inaspettati, nei verbali della polizia, negli atti giudiziari, nelle sedute dagli psicologi.
“È strano, penso ora, il modo in cui se pure la mente dimentica, il corpo ricorda.
Il modo in cui il corpo ricorda slegato dalla mente: il modo di stare-accanto o giacere-sotto o sedere-sopra o rialzarsi-da.
Il corpo ricorda le preposizioni: la propria posizione in rapporto ad altri corpi.
Le spalle sollevate, la voce abbassata.
Il modo in cui ogni muscolo, lingua compresa, può irrigidirsi.
O rabbrividire.
Il modo in cui dopo che l’altro è scomparso, il corpo prosegue: accanto, sotto, sopra, da.
L’ombra, il fantasma, la traccia.
Habitus: seconda natura, una memoria tanto profonda che il corpo ricorderà sempre.”
La storia non segue una linea temporale definita.
Non è la storia di un trauma.
È il corpo il protagonista assoluto, custode di memorie e in costante relazione con la violenza e il suo ricordo, ma anche complice di piacere, intimità, maternità.
Johnson scrive un racconto intimo, una storia vera e autobiografica riprendendo temi come il sesso, le umiliazioni e la dipendenza, ma anche l’amore, la libertà e il riscatto e riuscendo nella difficile impresa – soprattutto dato il suo ruolo in questa vicenda – di trovare e delineare una visione articolata dei personaggi e della loro psicologia.
Non esiste infatti una linea che divide nettamente i buoni dai cattivi, ogni personaggio è inevitabilmente umano e in quanto tale un sistema complesso: c’è sempre una zona d’ombra anche nelle persone buone, così come una zona di luce anche in chi si macchia di azioni spregevoli.
“Il corpo si sdraia ma non sa di preciso in che direzione o in quale punto, se mai, del futuro si alzerà e se ne andrà.
Né se sarà fisicamente possibile, avendo il futuro forse sbriciolato il corpo in migliaia di schegge lucide di bagnato.
Ma la mente si squassa.
La mente si squassa lontano dal corpo, che non muove un muscolo, non si sposta di un millemetro dal punto in cui si va sgretolando, si sgretolerà, si sgretola da allora.”
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