a cura di Lucia Destino
Titolo: Qualcosa
Autore: Chiara Gamberale
Illustrazioni: Tuono Pettinato – Andrea Paggiaro
Genere: Narrativa
Editore: Longanesi
Anno di Pubblicazione: 2017
Questa è la storia di una bambina, di una principessa chiamata Qualcosa di Troppo.
Figlia del Re Qualcuno di Importante e della Regina Una di noi, la bambina è nota per la sua esuberanza.
Qualcosa di Troppo è esagerata in tutto: in ciò che fa, in ciò che sente, in ciò che vuole.
“In lei c’era qualcosa.
Qualcosa di complicato da spiegare.
Qualcosa di evidente.
Qualcosa di pericoloso.”
Tutto cambia alla morte della madre, evento che provoca in Qualcosa di Troppo un buco al posto del cuore.
Qualcosa di Troppo non è abituata a quest’assenza di emozioni e, smarrita, inizia a vagare per il regno finché non incontra il Cavalier Niente che passa le sue giornate a NON fare qualcosa di importante.
Così la principessa inizia a conoscere il valore della noia e del non fare.
“Gli disse che finalmente l’aveva capita
la differenza fra avere bisogno e avere voglia.”
Imparerà così che non è necessario fuggire dal vuoto, che è possibile e sano affrontarlo, sentirlo, toccarlo senza necessariamente contrastarlo.
Qualcosa di Troppo, cercherà però presto di riempire quel vuoto con cose da fare e da sentire, provando a conoscere nuovi pretendenti: Qualcosa di Buffo, Qualcosa di Blu, Qualcosa di Giusto, Qualcosa di Speciale e Qualcosa di Più.
Nessuno di loro, pur tentando di colmare il vuoto nel cuore della principessa, riuscirà dove è giunto il Cavalier Niente.
Così Qualcosa di Troppo diviene così, semplicemente, Qualcosa e termina la sua affannosa ricerca di sensazioni forti a qualunque costo.
“Perché se non imparo a sopportare il vuoto nella pancia e magari anche a volergli un pó di bene,
avrò sempre bisogno di un’avventura o di un
fidanzato che me la riempia e non sarò mai libera.
Libera di scegliere, libera di avere voglia.
Sarò sempre in ostaggio, schiava della paura dello spazio vuoto.
Sarò una bottiglia che non è capace di fare la bottiglia, una persona che non è capace di essere una persona.
Solo io posso smettere di essere Qualcosa di troppo.
Solo io posso fare pace con lo spazio vuoto nella pancia, com’è successo con il buco nel cuore.”
Chiara Gamberale scrive una favola sulle emozioni umane e sulla necessità sentita e condivisa di riempire i nostri vuoti con attività che ci travolgono e stravolgono.
Il silenzio, la solitudine, la noia, sono spesso visti come esperienze da cui sfuggire, come se la norma debba essere solo fare, avere risultati, provare emozioni positive, in un eterno e continuo confronto falsato dalla volontà di mostrare unicamente ciò che è socialmente apprezzato e incoraggiato.
Fermarsi ad ascoltare i nostri vuoti, osservare la nostra sofferenza, accettare ciò che non è in nostro potere cambiare è quanto di più complesso si possa fare, ma è anche tutto ciò che può donarci pace.
“E le prese, all’improvviso, una grande nostalgia di Niente.”
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