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Nella pregevole raccolta di manoscritti (400) conservata nella Biblioteca Pubblica Arcivescovile “Annibale De Leo” è presente un codice pergamenaceo restaurato dell’autore giurista Graziano. Secondo alcuni studiosi del diritto canonico Graziano avrebbe avuto il nome di Francesco, ma più accurati studi condotti dal prof. Giuseppe Forchielli escludono tale nome al canonista che resta sempre col nome di Graziano. Egli nacque in Toscana forse a Chiusi sul finire del secolo XI, vestì l’abito dei Camaldolesi, insegnò diritto canonico nello studio di Bologna e morì intorno alla metà del secolo XII (forse 1245).

Questa opera fu divulgata nel 1151 col titolo Decretum Gratiani, facendo aggiunzioni e concordando fra loro i passi dei precedenti canonisti che parevano contraddittori, onde il titolo sopra scritto. L’Opera era divisa in varie sezioni: de Ministris, de Negotiis, de Sacramentiis, ecc. Il codice è scritto in gotico bononiense tra la fine del secolo XIII e i primi del XIV, su due colonne a tricromia, si presenta rilegato in pergamena ed è costituito da XXVIII quaterne.

E’ stato censito come il codice più antico conosciuto ad oggi che riporti mappe mentali ossia schemi concettuali. Presenta anche diverse glosse marginali di varie mani e varie epoche che rendono ancora più pregevole il pezzo. Tra le glosse vi sono molto schemi grafici degli argomenti. Mancano le capitali dei principi delle cause. Varie maiuscole sono in tricromia zoomorfe.

Nella pregevole raccolta di manoscritti (400) conservata nella Biblioteca Pubblica Arcivescovile “Annibale De Leo” è presente un codice pergamenaceo restaurato dell’autore giurista Graziano. Secondo alcuni studiosi del diritto canonico Graziano avrebbe avuto il nome di Francesco, ma più accurati studi condotti dal prof. Giuseppe Forchielli escludono tale nome al canonista che resta sempre col nome di Graziano. Egli nacque in Toscana forse a Chiusi sul finire del secolo XI, vestì l’abito dei Camaldolesi, insegnò diritto canonico nello studio di Bologna e morì intorno alla metà del secolo XII (forse 1245).

Questa opera fu divulgata nel 1151 col titolo Decretum Gratiani, facendo aggiunzioni e concordando fra loro i passi dei precedenti canonisti che parevano contraddittori, onde il titolo sopra scritto. L’Opera era divisa in varie sezioni: de Ministris, de Negotiis, de Sacramentiis, ecc. Il codice è scritto in gotico bononiense tra la fine del secolo XIII e i primi del XIV, su due colonne a tricromia, si presenta rilegato in pergamena ed è costituito da XXVIII quaterne.

E’ stato censito come il codice più antico conosciuto ad oggi che riporti mappe mentali ossia schemi concettuali. Presenta anche diverse glosse marginali di varie mani e varie epoche che rendono ancora più pregevole il pezzo. Tra le glosse vi sono molto schemi grafici degli argomenti. Mancano le capitali dei principi delle cause. Varie maiuscole sono in tricromia zoomorfe.

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