a cura di Lucia Destino
Titolo: I cura cari
Autore: Marco Annicchiarico
Genere: Narrativa
Editore: Einaudi
Anno di Pubblicazione: 2022
“La guardo e non riesco a capire con quale madre ho a che fare, se con quella che ricorda o con quella che dimentica.”
Questa è la storia di un amore, tra un figlio e una madre.
Questa è la storia di un figlio che ama tante versioni della stessa madre e di una madre che ama suo figlio, anche se non lo riconosce più.
Questa è la storia di un lutto.
Un lutto progressivo, senza fine, nei confronti di qualcuno che muore un po’ ogni giorno, anche se è proprio lì, accanto a te.
“Ogni volta che chiede chi sono, mi vedo diventare nulla.
Sento la terra tremare e inghiottirmi senza che lei se ne accorga.
In poche settimane sono stato cancellato.
Anche se continua a chiamare il mio nome in queste ore oscure, nella sua testa non esisto più.”
Questa è la storia di Marco, che un giorno capisce che Lucia, sua madre, inizia a comportarsi in maniera strana.
“Ogni volta che mi vede, mia madre elenca molte delle cose che non è.
Nel corso di questi ultimi anni mi ha spiegato che non è un presepe o un mobile, che non è una gonna e nemmeno una santa.
Lei, sia chiaro, non è neanche una borsa né una linea, così come non è un punto, una cesta o una sposa.
Un giorno gliel’ho chiesto. “Scusa, ma quindi cosa sei di preciso?”
Mi ha sorriso, alzando le spalle e ha risposto seria: “Io? Sono una bolla di sapone”.
Poi, mentre mi passava accanto, mi sono spostato di lato, attento a non farla scoppiare.”
Questa è la storia di Marco che è disorientato davanti alla sua mamma, che a sua volta è smarrita.
E non c’è bussola che tenga.
Annicchiarico racconta la sua storia, che è la storia di tutti i caregiver, i “curacari” per usare il neologismo inventato da Flavio Pagano.
I cura cari sono tutte le persone che si occupano delle persone che amano durante una malattia.
Nello specifico, Annicchiarico parla della demenza di Alzheimer.
Quella dei caregiver delle persone con Alzheimer è una realtà troppo spesso sommersa fatta di dolore, fatica, rabbia, frustrazione.
Tra aneddoti ironici e momenti dolcissimi Annicchiarico parla di una sofferenza che giorno dopo giorno corrode l’anima, nel silenzio assordante delle istituzioni.
Un libro sofferto e dolcissimo, pieno d’assenza.
“Forse è questo che sto facendo.
Ora che ha perso quasi tutti i suoi ricordi, almeno un po’ d’amore glielo faccio trovare sempre a portata di mano, in modo che non possa pensare che la sua vita è diventata niente.”
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